I quattro metodi e le sei virtù
I quattro metodi di pratica (Sadhana Chatushtaya), che includono le Sei Virtù (Shatsampat), sono coltivati sulla via della Realizzazione del Sé dalla scuola Vedanta o Jnana Yoga.
Questi forniscono una base chiara e costante per i tre stadi delle pratiche di ascolto degli insegnamenti (Sravana), riflessione su quegli insegnamenti (Manana) e meditazione contemplativa profonda su quei principi (Niddhidhyasana).
1. Discriminazione (Viveka): il primo dei quattro mezzi è quello della discriminazione. È lo sviluppo graduale della capacità di esplorare e discernere la differenza tra il reale e l’irreale (sat e asat), il permanente e il temporaneo (nitya e anitya), sé e non-sé (atman e anatman). La discriminazione è anche un principio fondante degli Yoga Sutra ed è incluso nei sutra 2.26-2.29, 3.53-3.56, 4.22-4.26 e 4.29. Le forme di incomprensione (avidya) menzionate qui sono state descritte anche nello Yoga Sutra 2.5.
2. Non attaccamento (Vairagya): come sottoprodotto naturale della discriminazione, c’è una diminuzione dell’attrazione verso gli oggetti del mondo e i desideri interiori per i frutti terreni. È un processo di riduzione delle attrazioni e delle avversioni nel campo interiore della mente. Questo distacco non significa scaricare le proprie responsabilità ad altre persone o adempiere ai propri doveri verso la società in generale. Colui che ha coltivato con successo il non attaccamento è effettivamente più efficace nel mondo, e anche più preparato per progredire nella ricerca della Verità. Il non attaccamento è anche un importante fondamento dello Yoga ed è descritto negli Yoga Sutra 1.12-1.15.
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