Pensieri

Meditate gente, meditate…

Sempre più spesso si sente parlare di meditazione, di pratiche meditative, di consapevolezza.

In giro si trova di tutto, corsi, seminari, ritiri. Ma cos’è veramente la meditazione? La si può veramente insegnare?

Meditare deriva dal latino meditari, che significa pensare, riflettere. Alcuni definiscono la meditazione come il tentativo di fermare la mente su un oggetto. In realtà – e le mie riflessioni si basano sulla mia esperienza – la meditazione non è esattamente questo.

La meditazione non si può insegnare. Si possono fornire le indicazioni per mantenere la mente concentrata e focalizzata su un punto (quello che gli Yogasutra indicano con la parola sanscrita dharana), ma questo è solo l’inizio.

La concentrazione è la porta per entrare in uno stato di meditazione.

Non si può pretendere di sedersi a gambe incrociate, con una luce soffusa, chiudere gli occhi ed entrare in meditazione.

E’ un percorso lungo e faticoso. Richiede pratica ed una grande disciplina. Ognuno di noi ci arriverà a suo modo.

Tre sono gli elementi necessari per poterla praticare:

  1. sedersi in una posizione comoda, possibilmente in un luogo tranquillo;
  2. scegliere un mudra (o mantenere le mani semplicemente appoggiate sulle ginocchia);
  3. chiudere gli occhi.

Dopodiché cercate di calmare la vostra mente. Cercate di fare in modo che i pensieri che torneranno ad affollarla nel momento in cui vi troverete seduti da soli in silenzio, non la turbino. La mente non si può fermare, possiamo però osservarla. Possiamo semplicemente osservare quello che accade dentro di noi, accettandolo. Possiamo diventare osservatori di noi stessi.

Con la pratica questa osservazione diventerà sempre più profonda, fin quando l’oggetto osservato si fonderà con l’osservatore e allora, come recita lo Yogasutra: “tada drastuh svarupe vasthanam“, ovvero il soggetto riposa nella sua essenza.

Si crea così uno stato di vuoto, di equilibrio, di pace. Abbiamo ritrovato il nostro stato di quiete, che in realtà è sempre stato lì, semplicemente non riuscivamo più a vederlo.

Quanto tempo bisogna dedicarvi? Bastano almeno 8 minuti di pratica al giorno.

Non riuscite a trovare 8 minuti nel corso della vostra giornata? Allora forse dovete rivedere i ritmi della vostra vita!

Al giorno d’oggi la vita corre così veloce che spesso usiamo delle giustificazioni alla nostra incapacità di fermarci, respirare e rimanere in silenzio.

Il silenzio spaventa. Spaventa perché ci troviamo di fronte a noi stessi, alla nostra vera essenza, alla nostra vera luce. E la luce, a volte, fa più paura delle tenebre!

Pensate a cosa potremmo fare se riprendessimo in mano le redini della nostra vita, se riuscissimo a liberarci da tutti gli attaccamenti e da tutte le catene che la vita ci costringe a creare.

Questo non vuole dire che dobbiamo abbandonare tutto e tutti da un giorno all’altro. Significa semplicemente – per usare una frase già detta – che dobbiamo riprendere coscienza di ciò che veramente siamo e smettere di essere ciò che crediamo di essere.

Imparare a fermarsi, imparare a meditare, ci potrà aiutare enormemente in questo senso, se tutti imparassimo a farlo, forse anche il mondo diventerebbe un posto migliore.

 

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