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Da Chaturanga alla liberazione

Riporto di seguito la mia traduzione di un articolo apparso su Yoga Journal UK (chiedo scusa in anticipo per eventuali errori o imprecisioni…anzi, eventuali correzioni sono ben accette).

Live Be Yoga: finalmente, un insegnante di yoga spiega come Chaturanga conduca alla liberazione

Sembra paradossale predicare la filosofia al di sopra del fitness prima di iniziare una classe in stile “campo di addestramento”, ma Stewart Gilchrist rivela perché lo yoga ha bisogno sia del suo approccio.

Gli ambasciatori di Live Be Yoga Jeremy Falk e Aris Seaberg sono in viaggio attraverso il paese per condividere chiacchiere con maestri, esplorare classi innovative e molto altro ancora – tutto per illuminare ciò che è in serbo per il futuro dello yoga.

Un nerboruto cinquantasettenne con lunghi dreadlocks grigi e un forte accento scozzese cammina avanti e indietro per lo studio Blok, una palestra alla moda di Londra, che offre 27 diversi stili di lezioni di fitness. All’inizio della lezione, ci sediamo in meditazione mentre Gilchrist ci ricorda che lo yoga è un’antica filosofia di vita, non un allenamento.

Eppure, a metà della lezione, mentre il mio corpo è madido di sudore oltre ogni limite, mi rendo conto che questa è una delle lezioni fisicamente più impegnative che abbia mai seguito. Sembra paradossale predicare la filosofia al di sopra del fitness prima di far eseguire chaturanga in stile “campo di addestramento”, ma Stewart Gilchrist alla fine ci ha spiegato perché il futuro dello yoga ha bisogno del suo approccio.

Gilchrist ha un background eclettico: ha una laurea in giurisprudenza, ha lavorato per grandi aziende come IBM, in piccole organizzazioni giovanili senza scopo di lucro e persino come capo-cameriere a Parigi. Un tempo ha fatto uso pesante di droghe, era presente sulla scena musicale di Londra e viveva da abusivo in edifici abbandonati. Una notte fatale mentre saltava le recinzioni attraverso i vicoli, cadendo si è fratturato la spina dorsale in diversi punti, rischiando la rottura della schiena. Dopo essersi auto-medicato con narcotici illegali, la sua ragazza alla fine lo persuase a provare lo yoga.

Fu allora che entrò per la prima volta in uno studio dove si praticava l’Ashtanga. “Sono state le prime persone a darmi la libertà, nella mia testa come nel mio corpo”, ricorda Gilchrist. “La vera libertà – non la libertà politica o filosofica – ma la vera libertà. La libertà da tutte le cazzate e i condizionamenti che ti sono stati messi in testa da quando sei piccolo”.

Assaporando per la prima volta questa sensazione, alla fine riuscì a liberarsi dalle sue dipendenze, praticò il rigoroso Ashtanga ogni giorno per i successivi 5 anni e alla fine conseguì la certificazione di insegnate Jivamukti. Si innamorò anche dello studio dei testi antichi come Gheranda Samhita, Shiva Samhita, Mahabharata, Upanishad e Bhagavad Gita.

“L’essenza dello yoga può essere compresa dalla lettura di quei testi, che ci insegnano come vivere una vita pratica e essere al servizio degli altri. Lo yoga riguarda l’essere al servizio”, ci ha detto dopo la lezione, ed è così che ha trovato la sua liberazione. Trasformato, Gilchrist iniziò a insegnare yoga nel 2001 e non fa uso di droghe e alcool da oltre 20 anni.

Così, nel mezzo di una delle classi più difficili che abbia mai seguito, è fermamente convinto che noi non riduciamo questa pratica al puro benessere. “Spero solo che le persone che vengono qui per le asana un giorno apriranno un libro e inizieranno a leggere i grandi testi, non i libercoli. Spero che quelle persone smettano di pensalo come una folle moda utile solo a mantenersi in salute, che è totalmente controproducente, perché non appena una moda finisce, un’altra la sostituirà”, dice. “Lo yoga rischia di diventare solo un’altra mania per la salute sulla scia dell’aerobica e di Zumba”.

Ed è vero, le tendenze del benessere vanno e vengono, ma le filosofie sono immortali. Pertanto, credo anche che sia imperativo insegnare lo yoga come filosofia in modo che continui a trasformare la società e non scompaia nel canone delle mode del fitness. Come la filosofia alla base della Bhagavad Gita, che ci spinge ad adempiere il nostro dharma (scopo) al servizio del mondo, inquadra lo yoga come qualcosa di più grande di noi, assicurandone l’immortalità. E questo, sottolinea Gilchrist, è la spiegazione paradossale del perché insegna filosofia insieme alle sue classi notoriamente impegnative.

“La ragione per cui il corpo deve essere forte è perchè tu possa essere di aiuto ad altre persone. Se il tuo corpo è ragionevolmente sano e in forma, invecchiando ti ritrovi a essere di aiuto ad altre persone invece di costringerli a prendersi cura di te. È lì che diventa convergente con una dura lezione di asana”, dice.

La prospettiva di Gilchrist riconosce tutti gli aspetti dello yoga, dando importanza sia allo studio che alla sudorazione, e rifiuta di ridurre lo yoga a uno solo di questi. “Puoi usare la pratica disciplinata degli asana per mostrare alle persone, fisicamente, che è nel loro interesse; allora puoi infondere loro la filosofia”, dice. “Allo stesso tempo, non è solo qualcosa che puoi semplicemente studiare. È qualcosa che impari lungo il percorso e vivi ogni giorno della tua vita con esso”.

Mentre continuiamo a illuminare le importanti questioni che riguardano il futuro dello yoga, Gilchrist ha reso evidente che dobbiamo leggere i testi per liberarci dalla sofferenza, e dobbiamo praticare fino al limite, qualunque esse sia, in modo da poter essere d’aiuto il più possibile e liberarci a vicenda.

(Jeremy Falk)

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